Non creare spazi, ma fare spazio (Lc 3,15-16.21-22)


Battesimo del Signore – Anno C

In questa domenica veniamo esortati a riprendere in mano il nostro battesimo per farlo diventare sempre di più un impegno concreto di vita, e sempre meno un documento custodito negli archivi della parrocchia. Il battesimo ci chiede di creare spazi alla “grazia di Dio che porta salvezza a tutti gli uomini”.

Letture: Is 40,1-5.9-11; Sal 103; Tt 2,11-14; 3,4-7; Lc 3,15-16.21-22

battesimo di GesùCon la prima lettura (Isaìa40, 1-5.9-11), la Parola di questa domenica ci ripete un appello che ci è familiare, perché durante l’Avvento l’abbiamo sentito più volte: “Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata”.

Nella festa del Battesimo di Gesù, l’invito è ovviamente riferito in prima battuta a Gesù che, uscendo dal Giordano, inizia a realizzare quanto il profeta annuncia, manifestando con la sua opera “la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini”.

In seconda battuta, però, l’invito è rivolto a noi che, avendo ricevuto con il nostro battesimo “l’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo, che Dio ha effuso su di noi in abbondanza per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro”, abbiamo accettato di spianare insieme a lui le strade per il nostro Dio.

Con parole più semplici, in questa domenica veniamo esortati a riprendere in mano il nostro battesimo per farlo diventare sempre di più un impegno concreto di vita, e sempre meno un documento custodito negli archivi della parrocchia.

Questo invito può suscitare in noi – e lo suscita, anche se ci è difficile ammetterlo – un misto di fastidio e di senso di colpa: “Sempre l’invito a fare di più. Sempre queste prediche che tendono a farci sentire in difetto o in colpa… Cosa possiamo fare più di quello che già facciamo? Cerchiamo di essere persone per bene. Non basta? Mica possiamo passare le giornate a pregare o a fare opere di carità! Mica la preghiera e le opere di carità ci portano il pane sulla tavola, e ci procurano i soldi per l’affitto e le bollette!”.

Questa reazione va affrontata coraggiosamente e lealmente, perché scaturisce da una comprensione errata dell’impegno che il battesimo ci richiede. Siamo infatti portati a pensare che “impegnarsi di più” significhi creare più spazi per la preghiera e le opere di carità, sottraendoli inevitabilmente al tempo da dedicare alla famiglia, al lavoro, a noi stessi, che già è sempre tropo poco e ci costringe a rincorrere affannosamente le lancette dell’orologio.

Non è così! Se fosse questo l’impegno del battesimo, avrebbero ragione coloro che pensano al cristianesimo “come dovrebbe essere” una roba per chi non ha famiglia: preti, frati e monaci, o per chi può vivere di rendita.
Non è così e non deve essere così.

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Un pensiero su “Non creare spazi, ma fare spazio (Lc 3,15-16.21-22)

  1. Mi piace molto ciò che dice don Tonino e mi trova pienamente d’accordo.Non creare spazi, separazioni, divisioni….Ma fare più spazio nel nostro cuore e nella nostra vita
    all’accettazione della volontà di Dio e ringraziarLo sempre. Penso che il mio battesimo mi ricordi che sono figlia sua e quindi……chiamata alla santità nella vocazione che Lui mi ha indicato: il matrimonio.
    Ciao Ele e buon anno.

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