Madre di diecimila figli. Marguerite Barankitse


482ebf44617dc_normalMarguerite Barankitse appartiene all’etnia dei tutsi, ma in Burundi, dove è nata nel 1953, ha soccorso molte migliaia di bambini di ogni etnia, aprendo decine di luoghi di accoglienza e un ospedale.
Ora la sua ONG, "Casa Shalom", opera per la riunificazione delle famiglie divise da 40 anni di guerra non dichiarata.
Nell’ottobre del 1993, quando infuriavano gli scontri fratricidi, fu obbligata ad assistere al massacro di 72 persone di etnia hutu, come punizione per aver cercato di dare loro rifugio.

Fu allora che decise di crescere una nuova generazione che potesse portare a tutto il Paese pace e rispetto per la vita.
Era una maestra e si dedicò ai bambini.
«Quando ho preso con me i primi bambini, ho detto loro: ‘I vostri vicini hanno ucciso i vostri genitori, ma voi dovete avere fede che la pace è la vostra vendetta. Dite loro che volete la pace, perché altri bambini non debbano subire ciò che avete passato voi". E poi li ho mandati a scuola, nelle stesse classi dei figli degli assassini.

È stato molto difficile, ci è voluto tempo. Ma io dicevo: "Bambini miei, solo voi potete cambiare le cose. Voi dovete essere le candele in mezzo all’oscurità". Lentamente, hanno cominciato ad avere i primi successi a scuola, poi all’università. E oggi tantissimi ragazzi e giovani hanno capito che PERDONARE È ESSENZIALE, non per gli altri ma per se stessi, perché non puoi vivere in pace se il tuo cuore è divorato dal desiderio di vendetta».

barankitse%20margueriteMaggy non è una sognatrice: la sua stessa esperienza dimostra che la riconciliazione è possibile. E trova profonda ispirazione nella sua fede cristiana: «Non è un destino l’odio. Combattere serve solo ai mercanti di armi, quelle armi delle quali in Africa non c’è neppure una fabbrica. Non abbiamo bisogno di armi… Io non voglio essere testimone di un genocidio, ma sono testimone dell’amore di Dio.
Sono innanzitutto un essere umano, prima che tutsi.
Apparteniamo tutti alla stessa famiglia, siamo esseri umani, siamo come un vaso di fiori, che è bello se ha tanti fiori differenti. Questa è la bellezza del mondo: un mondo in cui tutti possano convivere insieme. Noi possiamo vivere insieme, questi diecimila bambini sono realtà».
Pensando a tutto il mondo, esprime una fortissima convinzione: «La vocazione umana è una sola: dobbiamo uscire dall’individualismo davanti alla miseria. Siamo fratelli e sorelle, non possiamo vivere nell’indifferenza».
Alla Commissione Europea, dove era stata invitata a parlare, Marguerite ha lanciato un messaggio: «L’Europa versa lacrime su di noi africani. Ma per aiutare qualcuno non bisogna piangergli addosso. Quando l’occidente parla dell’Africa, ne parla come un continente perduto.
Ma io voglio dare voce alla speranza perché, sempre e comunque, la vita è una gioia».

da Se vuoi, n. 2, 2011

Una replica a “Madre di diecimila figli. Marguerite Barankitse”